«1948», quando l’Italia scelse di schierarsi con l’Occidente

Nel libro di Mario Avagliano e Marco Palmieri dall’affermazione della Dc all’attentato a Togliatti

di Antonio Angeli

«Il 1948 è stato un anno cruciale nella storia italiana, che ha segnato profondamente l’evoluzione dell’assetto politico-istituzionale e socio-culturale del nostro paese per il mezzo secolo successivo», inizia così il saggio storico «1948 - Gli italiani nell’anno della svolta» (editore Il Mulino, 25 euro, 435 pagine corredate da belle illustrazioni), frutto del lavoro di ricerca di due storici e giornalisti acuti: Mario Avagliano e Marco Palmieri.

Il giorno dell’entrata in vigore della nuova costituzione, il 1° gennaio del 1948, il leader socialista Pietro Nenni scrive sull’«Avanti!» che bisogna «adeguare il 1948 al 1848», da sempre riconosciuto come l’anno della rivoluzione. E in quei giorni, che segnarono il momento di svolta dopo la dittatura fascista e la seconda Guerra Mondiale, la Nazione italiana, offesa e ferita, ma con una lucida volontà di futuro, fece una scelta di campo fondamentale per la restante metà del secolo.

La consultazione elettorale di quell’anno segnò la decisiva affermazione della Dc, alla testa di una coalizione centrista composta da liberali, repubblicani e socialdemocratici e sostenuta dagli Stati Uniti e dal Vaticano. Una scelta decisa e drammatica descritta e spiegata nel libro di Avagliano e Palmieri in tutti i suoi particolari e le sue sfaccettature. Momento cruciale fu l’attentato a Palmiro Togliatti, leader comunista, che rischiò di far precipitare il Paese nella guerra civile. Il testo, fondamentale per la comprensione di quei giorni, sarà presentato domani, venerdì, presso l'Associazione Civita, a Roma.

(Il Tempo, 1° febbraio 2018)

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