Storie – Il diario perduto del nazismo

di Mario Avagliano

   Tre anni fa, nell'aprile del 2013, l’ex agente dell’FBI Robert Wittman ritrovava il diario inedito di Alfred Rosenberg, il filosofo tedesco padre dell'ideologia e delle teorie antisemite del nazismo e membro di spicco dei gerarchi di Hitler. Ora quel documento viene pubblicato, a cura dello stesso Wittman e di David Kinney, con il titolo “Il diario perduto del nazismo. I segreti di Adolf Hitler nei diari inediti di Alfred Rosenberg e del Terzo Reich” (Newton & Compton).

Rosenberg svolse un ruolo di primo piano nel nazismo.  Quando nel 1923 Hitler venne arrestato per un fallito colpo di stato, divenne capo ad interim del partito. Nel 1933 venne nominato responsabile esteri e nel 1941 aiutò a pianificare l’operazione Barbarossa di invasione dell’Unione Sovietica. Negli ultimi anni del regime nazista fu «Ministro dei territori occupati», ruolo grazie al quale ebbe modo di impegnarsi in prima persona alla realizzazione del piano di sterminio di massa della popolazione ebraica,

Il diario, già rinvenuto negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale, nascosto dietro una finta parete in un castello bavarese, era stato utilizzato come prova durante il processo di Norimberga ma poi se ne erano perse misteriosamente le tracce. Ritrovato da Wittman, viene per la prima volta pubblicato. Tra i brani più interessanti delle 425 pagine del volume, figurano sicuramente quelli finali, che riportano i pensieri e le parole di Hitler nei giorni precedenti alla sua morte.

(L'Unione Informa e Moked.it dell'11 ottobre 2016)

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