Mario Avagliano

Mario Avagliano

Il partigiano Montezemolo

Il partigiano Montezemolo

PREMIO FIUGGI STORIA 2012 e PREMIO "De Cia" libri storia militare

- GIA' ALLA SECONDA EDIZIONE -

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(Dalai, 416 pagine, 22 euro)

Una biografia minuziosa e commovente del capo della resistenza militare dell’Italia occupata, che agiva nella Roma del 1943-44 e morì alle Fosse Ardeatine. Da uno storico affermato, un saggio che colma una lacuna nella storiografia sulla Resistenza.

Il libro si è aggiudicato il Premio “Fiuggi Storia 2012”, promosso dalla Fondazione Levi-Pelloni, come migliore biografia dell’anno, e il Premio “Gen. Div. Amedeo De Cia”, promosso dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, per i saggi di storia militare.

Un mese dopo la liberazione di Roma, il generale Alexander, capo delle Forze Alleate in Italia, inviò una lettera privata alla marchesa Amalia di Montezemolo, moglie del colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo esprimendole profonda ammirazione e gratitudine per l’opera del marito.

Chi era questo colonnello di origine piemontese e di nobile lignaggio (imparentato con Luca Cordero di Montezemolo), ufficiale dello Stato Maggiore dell’Esercito, segretario particolare di Badoglio dopo il 25 luglio 1943, e quale ruolo svolse il Fronte Militare Clandestino di Roma (FMCR) da lui guidato nella guerra contro i tedeschi?

La vicenda del partigiano con le stellette Montezemolo, militare di carriera, monarchico convinto, anticomunista ma in ottimi rapporti con Giorgio Amendola, costituisce un esempio significativo sotto diversi aspetti di come la storiografia abbia per troppo tempo oscurato o sottovalutato personaggi e movimenti della Resistenza di matrice moderata.

Colmando tale lacuna, questo saggio ricostruisce la vita di Montezemolo attraverso un certosino lavoro di ricerca negli archivi dello Stato Maggiore dell'Esercito, l’intervista di vari testimoni dell'epoca, l’analisi di centinaia di documenti, saggi e libri di memoria, molti dei quali inediti o rari e introvabili, e la consultazione degli archivi familiari, dal cardinale Andrea Montezemolo alla marchesa Adriana Montezemolo fino al primogenito Manfredi e ai nipoti Carlo, Saverio e Ludovica Ripa di Meana.

Ripercorrendo le tappe della vita di Montezemolo – dalla Grande Guerra alla Guerra di Spagna, al suo ruolo nel secondo conflitto e nel colpo di stato che destituì Mussolini e poi come capo della resistenza militare in Italia e a Roma, fino alla tragica morte alle Fosse Ardeatine – il libro contempera l’efficace ritratto storico del Paese con la commovente storia familiare di un padre, marito e militare, descrivendo con efficacia l’abbaglio di una generazione di italiani per il fascismo e il loro riscatto durante la Resistenza.

La biografia è corredata da alcuni documenti e da un apparato iconografico di fotografie del personaggio e dei familiari.

 

Paolo Mieli, Corriere della Sera: "Un libro esaustivo sulla figura di Montezemolo".

Aldo Cazzullo, Corriere della Sera: "Una biografia che non indulge mai alla retorica o all’agiografia, tenendo ferma la barra di una ricostruzione puntuale e documentata in ogni dettaglio, come è testimoniato dal ricco apparato di note. Ne viene fuori un libro di storia scritto con il rigore dello specialista e con freschezza narrativa. Insomma, un 'romanzo' non romanzato, che svela un eroe italiano di prima grandezza, che se non fosse stato trucidato alle Fosse Ardeatine, sarebbe stato senza ombra di dubbio un protagonista dell'Italia del dopoguerra".

Mimmo Franzinelli, storico: "Questa documentatissima biografia rimedia a un’ingiustificata trascuratezza e reinserisce la figura di Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo nel circuito storiografico, quale organizzatore militare della Resistenza nella capitale. E ne presenta l’intero arco della breve e intensa vita, nell’ambito familiare come negli aspetti professionali".

 

pallanimred.gif (323 byte) La scheda del libro sul sito della Dalai

pallanimred.gif (323 byte) Il servizio sul libro del Tg1 Storia di Roberto Olla (6 agosto 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Il filmato della presentazione de "Il partigiano Montezemolo" a Milano (22 maggio 2012) con Paolo Mieli, Mimmo Franzinelli, Dino Messina e Mario Avagliano

pallanimred.gif (323 byte) Servizio sulla presentazione de "Il partigiano Montezemolo" a Roma (30 maggio 2012) con Aldo Cazzullo

 

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LE RECENSIONI (quotidiani, agenzie e periodici nazionali)

pallanimred.gif (323 byte) Giuseppe Montezemolo. Il partigiano con le stellette, Corriere della Sera, di Aldo Cazzullo (10 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Montezemolo. Il colonnello partigiano che volle riscattare il re, Il Messaggero, di Mimmo Franzinelli (11 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Il capo partigiano nelle mani di Kappler, Il Mattino, di Mario Avagliano (13 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Il partigiano Montezemolo e la Resistenza tradita, Il Venerdì di Repubblica (13 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Libri: Mario Avagliano, Il partigiano Montezemolo, AGI (14 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Editoria: con "Il partigiano Montezemolo" va in scena l'altra Resistenza, Omniroma, di Giuseppe Musmarra (21 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Risarcimento alla memoria del partigiano Montezemolo, l'Osservatore Romano, di Gaetano Vallini (25 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Partigiano Montezemolo per la patria e per il Re, La Stampa, di Michele Brambilla (25 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) La lotta di Montezemolo, il patriota non partigiano, Il Giornale, di Mario Cervi  (25 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Montezemolo: i veri esclusi dalla Festa della Liberazione, Europa, di Federico Orlando (25 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) La stanza di Mario Cervi - Il realismo dell'eroe Giuseppe Montezemolo, Il Giornale, di Mario Cervi  (29 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Tutta un'altra Resistenza. Un colonnello scomodo, Orientamenti Storici, di Andrea Rossi  (29 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Il partigiano con le stellette, Ansa, di Gabriele Le Moli (4 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) La resistenza dimenticata dei 'patrioti', Avvenire, di Antonio Airò  (8 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) A Montezemolo, con fraterno affetto, L'Espresso, di Denise Pardo  (10 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, un eroe dimenticato, blog Corriere della Sera, di Dino Messina (24 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Un eroe dimenticato, La Nazione, di Maria Rita Parsi (30 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Un eroe dimenticato, Il Giorno, di Maria Rita Parsi (30 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Un eroe dimenticato, Il Resto del Carlino, di Maria Rita Parsi (30 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Montezemolo, l'eroe dimenticato, Pagine Ebraiche, di Mario Avagliano  (giugno 2012)

 

 

LE RECENSIONI (portali web e quotidiani locali)

pallanimred.gif (323 byte) L'eroico Cordero Lanza di Montezemolo, Ciociaria Oggi (14 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) La biografia di un eroe dimenticato della Resistenza, l'Indro, di Annamaria Barbato Ricci (25 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Il patriota Montezemolo. Intervista a Mario Avagliano, Il recensore.com, di Alessandra Stoppini (23 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Il partigiano Montezemolo eroe dimenticato, Il Quotidiano di Calabria (21 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Montezemolo. Un eroe italiano, La Sicilia, di Anna Asero (28 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Frignani e il Fronte clandestino, La Voce di Romagna, di Aldo Viroli (28 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, un partigiano dimenticato, La Gazzetta di Lucca, di Silvia Toniolo (29 aprile 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Montezemolo, eroe dimenticato della Resistenza, Il Giornale di Vicenza (6 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Montezemolo, eroe dimenticato della Resistenza,  Bresciaoggi (6 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Il partigiano Montezemolo, La Provincia di Cremona (7 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Resistenza grigioverde, La Gazzetta del Mezzogiorno, di Michele Pacciano (21 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Quel Montezemolo partigiano dimenticato, Lettera43, di Maria Rosaria Iovinella (29 maggio 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Avagliano ed 'Il Centro del fiume' svelano la Resistenza sconosciuta, La Provincia di Frosinone (7 giugno 2012)

pallanimred.gif (323 byte) Grande successo per 'La resistenza nella Roma occupata 1943-44', Ciociaria Oggi (9 giugno 2012)

 

pallanimred.gif (323 byte) L'autore

Mario Avagliano, giornalista e storico, è membro dell'Istituto Romano per la Storia d'Italia dal Fascismo alla Resistenza (Irsifar), della Società Italiana per gli Studi di Storia Contemporanea (Sissco) e del comitato scientifico dell’Istituto “Galante Oliva”, e direttore del Centro Studi della Resistenza dell'Anpi di Roma-Lazio. Collabora alle pagine culturali de «Il Messaggero» e de «Il Mattino». Ha pubblicato tra l’altro: Muoio innocente. Lettere dei caduti della Resistenza romana (Mursia, 1999); Generazione ribelle. Diari e lettere 1943-1945 (Einaudi, 2006); Gli internati militari italiani (Einaudi, 2009); Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia (Einaudi, 2011), Voci dal lager (Einaudi, 2012), Il partigiano Montezemolo. Storia del capo della resistenza militare nell'Italia occupata (Dalai, 2012)

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Di pura razza italiana. L'Italia ariana di fronte alle leggi razziali

"Di pura razza italiana" di Mario Avagliano e Marco Palmieri: la storia della reazione degli italiani "ariani" di fronte alle leggi razziste tra il 1938 e il 1943

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(Baldini & Castoldi, 448 pagine, 18,90 euro)

In occasione del 75° anniversario delle leggi razziali, esce in tutte le librerie il nuovo saggio di Mario Avagliano e Marco Palmieri, Di pura razza italiana (Baldini & Castoldi, pp. 446, euro 18.90), che per la prima volta in Italia, mette a fuoco la reazione di complicità, indifferenza, opportunismo, e in rari casi di solidarietà, degli italiani “ariani” ai provvedimenti e alla persecuzione antiebraica nel nostro Paese, attraverso una ricognizione ampia e approfondita dei documenti coevi da tutta Italia, quali diari, lettere, denunce, articoli di giornale e relazioni fiduciarie. Un libro potente di denuncia. Una lettura necessaria.

 

Dalla recensione di Aldo Cazzullo, Corriere della Sera:

«Pagine emozionanti, che colpiscono e indignano. Una cronaca impietosa, una sorta di «romanzo criminale» dell’antisemitismo italiano».

Massimo Bray, ministro dei Beni culturali: «L’approvazione delle leggi razziali rappresenta, ancora oggi, una ferita aperta e una pagina buia della nostra storia del secolo scorso. A 75 anni dalla loro promulgazione, il volume che oggi viene presentato ha il pregio di voler costituire un ulteriore e prezioso tassello per la ricostituzione di una imprescindibile memoria collettiva, radice di ogni vero spirito democratico e speranza per un futuro di pace, a difesa della persona e dei suoi diritti inalienabili».

Roberto Olla, giornalista e storico: «Un libro necessario, perché il binario su cui correvano le opere di divulgazione su questo tema era troppo stretto nel dualismo fra le leggi razziste volute dal regime da un lato e i giusti italiani dall'altro. Per questo è un libro da divulgare, se vogliamo che il nostro presente faccia i conti col nostro passato».

Amedeo Osti Guerrazzi, storico: «E' un libro estremamente importante e completo, perché sulle leggi razziste c'è stata una immensa rimozione di massa, un oblio condiviso, che ha coinvolto l'intera popolazione e nessuno ha voluto vedere, sapere, capire cosa stava succedendo. Questo volume contribuisce a fare luce sulla galleria degli orrori dell’antisemitismo italiano».

 

Il libro

«È tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti». Così recitava il Manifesto della razza che nel luglio 1938, dopo una virulenta propaganda sui giornali, ufficializzò la svolta antisemita dell’Italia fascista. Entro novembre il regime passò dalle parole ai fatti, varando le cosiddette leggi razziali che equivalsero alla «morte civile» per gli ebrei, banditi da scuole, luoghi di lavoro, esercito, ed espropriati delle loro attività. La bella gioventù dell'epoca (universitari, giornalisti e professionisti in erba) rappresentò l'avanguardia del razzismo fascista. Molti di loro avrebbero costituito l'ossatura della classe dirigente della Repubblica, cancellando le tracce di quel passato oscuro.

Non a caso, per lungo tempo la persecuzione è stata declassata dalla memoria collettiva, e da una parte della storiografia, a una pagina nera che gli italiani, in fondo «brava gente», avrebbero subìto passivamente.

Per restituirci un’immagine quanto più veritiera possibile dell’atteggiamento della popolazione di fronte alla persecuzione dei connazionali ebrei, Avagliano e Palmieri hanno compiuto una ricognizione di un’enorme mole di fonti (diari, lettere, carteggi burocratici e rapporti dei fiduciari della polizia politica, del Minculpop e del Pnf) dal 1938 al 1943.

Ne è emersa una microstoria che narra un «altro Paese», fatto di persecutori (i funzionari di Stato), di agit-prop (i giornalisti e gli intellettuali che prestarono le loro firme), di delatori (per convinzione o convenienza), di spettatori (gli indifferenti) e di semplici sciacalli che approfittarono delle leggi per appropriarsi dei beni e le aziende degli ebrei. Rari i casi di opposizione e di solidarietà, per lo più confinati nella sfera privata.

Complessivamente in quegli anni bui milioni di persone si scoprirono di pura razza italiana e i provvedimenti razziali riscossero il consenso maggioritario della popolazione.

 

pallanimred.gif (323 byte) La scheda del libro sul sito della Baldini & Castoldi

pallanimred.gif (323 byte) Un estratto del libro

pallanimred.gif (323 byte) Lo spot del libro

 

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LE RECENSIONI (quotidiani nazionali)

pallanimred.gif (323 byte) Quando l'Italia divenne razzista, Corriere della Sera, di Aldo Cazzullo (19 novembre 2013)

pallanimred.gif (323 byte) A scuola di razzismo, Il Messaggero (19 novembre 2013)

pallanimred.gif (323 byte) "Fuori i giudei", infamie dall'Italia fascista, Il Mattino (19 novembre 2013)

pallanimred.gif (323 byte) "La leggi razziali non furono col cuore in mano. I primi a sostenerle furono gli intellettuali. Ecco un elenco di nomi molto imbarazzante, di Diego Gabutti, Italia Oggi (5 dicembre 2013)

 

TV e RADIO

pallanimred.gif (323 byte) Tg Parlamento - Pagine Politiche (RAI 2), Intervista a Mario Avagliano a cura di Gianni Scipione Rossi (6 gennaio 2014)

pallanimred.gif (323 byte) Uno Mattina (RAI 1), Intervista a Mario Avagliano (17 dicembre 2013)

pallanimred.gif (323 byte) Tg1 Storia (RAI 1), Intervista a Mario Avagliano a cura di Roberto Olla (6 gennaio 2014)

 

LE RECENSIONI (quotidiani locali)

pallanimred.gif (323 byte) Italiani e leggi razziali, una pagina oscura, Gazzetta di Parma (26 novembre 2013)

pallanimred.gif (323 byte) Quando in Italia si vigilava sugli ebrei, Gazzetta del Mezzogiorno, di Michele Pacciano (21 dicembre 2013)

pallanimred.gif (323 byte) In Puglia il primo atto di discriminazione razziale, Corriere del Giorno (4 gennaio 2014)

 

LE RECENSIONI (periodici)

pallanimred.gif (323 byte) E nel 1938 gli italiani si scoprirono di pura razza ariana, Shalom (novembre 2013)

pallanimred.gif (323 byte) Italiani, "brava gente" di pura razza, Pagine Ebraiche, di Daniel Reichel (dicembre 2013)

 

pallanimred.gif (323 byte) Gli autori

Mario Avagliano, giornalista e storico, è membro dell'Istituto Romano per la Storia d'Italia dal Fascismo alla Resistenza (Irsifar), della Società Italiana per gli Studi di Storia Contemporanea (Sissco) e del comitato scientifico dell’Istituto “Galante Oliva”, e direttore del Centro Studi della Resistenza dell'Anpi di Roma-Lazio. Collabora alle pagine culturali de Il Messaggero e de Il Mattino. Con Einaudi ha pubblicato: Generazione ribelle. Diari e lettere 1943-1945 (2006); Gli internati militari italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945 (2009); Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945 (2011) e Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici 1943-1945 (2012). Con Baldini&Castoldi ha pubblicato: Il partigiano Montezemolo. Storia del capo della resistenza militare nell’Italia occupata (2012), Premio Fiuggi Storia 2012..

Marco Palmieri, giornalista e storico, è membro dell'Istituto Romano per la Storia d'Italia dal Fascismo alla Resistenza (Irsifar) e della Società Italiana per gli Studi di Storia Contemporanea (Sissco) e collabora col Centro Studi della Resistenza dell'Anpi di Roma. Con Einaudi ha pubblicato: Gli internati militari italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945 (2009); Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945 (2011) e Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici 1943-1945 (2012).

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Mario Avagliano si aggiudica il Premio Fiuggi Storia e il Premio "De Cia" per il libro "Il partigiano Montezemolo

Libri: a Mario Avagliano due premi per “Il partigiano Montezemolo”

(AGI) - Roma, 17 set. - Lo storico e giornalista Mario Avagliano si e' aggiudicato due prestigiosi premi letterari con il suo ultimo libro "Il partigiano Montezemolo" (Dalai editore), una biografia minuziosa e commovente del capo della resistenza militare e monarchica nella Roma del 1943-44, che colma una lacuna nella storiografia sulla Resistenza. Si tratta del Premio "FiuggiStoria 2012", promosso dalla Fondazione Levi-Pelloni, come migliore biografia dell'anno, e del Premio "Gen. Div. Amedeo De Cia", promosso dall'Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, per i saggi di storia militare. Un doppio riconoscimento ad un saggio di grande successo di pubblico e di critica, recensito dai principali quotidiani e media nazionali e giunto in pochi mesi gia' alla seconda edizione. 

Aldo Cazzullo, sul Corriere della Sera ha scritto che si tratta di "una biografia che non indulge mai alla retorica o all'agiografia, tenendo ferma la barra di una ricostruzione puntuale e documentata in ogni dettaglio, come e' testimoniato dal ricco apparato di note. Ne viene fuori un libro di storia scritto con il rigore dello specialista e con freschezza narrativa. Insomma, un 'romanzo' non romanzato, che svela un eroe italiano di prima grandezza, che se non fosse stato trucidato alle Fosse Ardeatine, sarebbe stato senza ombra di dubbio un protagonista dell'Italia del dopoguerra". E lo storico Mimmo Franzinelli ha aggiunto che "questa documentatissima biografia rimedia a un'ingiustificata trascuratezza e reinserisce la figura di Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo nel circuito storiografico". (AGI)

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Da Girolimoni alle Ardeatine, in mostra le carte che Kappler non bruciò

di Mario Avagliano

Le ultime ore dell’occupazione tedesca di Roma sono concitate. Il 3 giugno 1944 le SS sgombrano in fretta e furia dal carcere di via Tasso. Il tenente colonnello Herbert Kappler ordina di bruciare gran parte dei documenti e di caricare alcuni autocarri di armi e casse di materiali, destinandone quattro ai prigionieri che li dovranno seguire. All’ultimo momento, a causa di un guasto ad uno dei camion, alcuni prigionieri vengono lasciati in cella.Sarà la loro salvezza. Poco dopo la partenza dei tedeschi, lo stabile è preso d’assalto dalla folla, che libera i reclusi e saccheggia gli uffici. L’indomani Roma è la prima capitale europea a essere liberata, dopo 271 giorni di occupazione. La notizia fa il giro del mondo. Mussolini, amareggiato, ordina tre giorni di lutto nel territorio della Repubblica Sociale.

Una eccezionale fotografia di quei momenti, che ritrae i roghi appiccati dai tedeschi alle carte di via Tasso, è stata ritrovata nell’archivio del questore di polizia Giuseppe Dosi, di recente acquisito dal Museo della Liberazione di Roma. Dosi, che nel dopoguerra sarebbe diventato direttore dell’ufficio italiano Interpol, proprio la mattina del 4 giugno recuperò nel carcere delle SS e nel reparto tedesco di Regina Coeli (il tristemente famoso terzo braccio) la documentazione scampata alla distruzione perpetrata dai nazisti e ai saccheggi della popolazione.

L’archivio di Dosi è stato presentato ieri, insieme ad altri documenti inediti, dal presidente del Museo, Antonio Parisella, e da Alessia Glielmi, responsabile degli archivi. Una vera e propria miniera, contenente dossier tutti da studiare sul caso di Gino Girolimoni, accusato ingiustamente nel 1927 di essere il mostro di Roma, e su «il Volo dell’Arcangelo», la misteriosa caduta da una finestra del Vittoriale di Gabriele d’Annunzio nel 1922, alla vigilia della marcia su Roma, ma anche sui collaborazionisti dei nazisti e sugli inizi dell’Interpol italiana.Negli ultimi anni, nonostante le ristrettezze finanziarie e la pesante sforbiciata ai fondi, il Museo ha svolto un’intensa attività di ricerca che ha portato all’acquisizione di un cospicuo patrimonio documentario. Una delle scoperte più importanti, compiuta da Glielmi, è stata l’individuazione delle carte che componevano in origine gli elenchi di nominativi utilizzati dagli agenti tedeschi incaricati di prelevare a Regina Coeli i detenuti e di predisporre il trasporto verso la via Ardeatina il 24 marzo 1944. Gli elenchi ricomposti sono tre, due relativi agli ebrei (Judenliste) e uno agli altri detenuti.

Di notevole interesse sono anche le toccanti lettere da via Tasso del generale dell’Aeronautica Sabato Martelli Castaldi, originario di Cava de’ Tirreni, membro del Fronte militare clandestino dell’eroico Giuseppe Montezemolo, che entrò nella Resistenza col nome di battaglia di Tevere, l’8 settembre 1943 combatté a Porta San Paolo e, fra le altre cose, fornì l’esplosivo per l’azione del dicembre 1943 di distruzione dei convogli ferroviari tedeschi sulle linee Roma-Cassino e Roma-Formia, che poi fu celebrata da Nanni Loy nel film Un giorno da leoni.

Il 4 marzo 1944 Martelli Castaldi scrisse alla moglie delle torture subite dalle SS, precisando: «Io non gli ho mai data la soddisfazione di un lamento, solo alla 24ª nerbata risposi con un pernacchione che fece restare i tre manigoldi come tre autentici fessi». Tra le sue carte anche un biglietto autografo con la piantina del carcere, che doveva servire ad organizzare la fuga sua, di Montezemolo e di altri membri del Fronte lì rinchiusi. 

Purtroppo morirono tutti alle Fosse Ardeatine.

Un altro fondo rilevante è quello dell’avvocato Giannetto Barrera, anche lui collaboratore del Fronte militare clandestino di Montezemolo, che dopo il 4 giugno 1944 fu al servizio della polizia alleata. Barrera fu uno dei pochi ad avere il permesso di entrare nel palazzo di via Tasso, che dopo la fuga dei tedeschi fu sequestrato dalle autorità alleate. Le carte donate al Museo restituiscono informazioni sugli aspetti amministrativi-gestionali e sulle attività informative dell’Organizzazione Commissariati del Fronte militare clandestino e dell’Ufficio militare presso la Questura di Roma.Vanno poi segnalati l’archivio dell’ingegner Amedeo Coccia, esponente del Movimento dei cattolici-comunisti, i messaggi in punta di morte del pittore-partigiano Giordano Bruno Ferrari, prima della fucilazione a Forte Bravetta, e il prezioso quadro Il Tevere a Saxa Rubra, che stava dipingendo al momento dell’arresto da parte delle SS, e i documenti e le lettere di Dino Terracina, ebreo romano scampato miracolosamente alla deportazione del 16 ottobre e alla strage delle Fosse Ardeatine, come narrò egli stesso nel 1944 in una straordinaria lettera allo zio emigrato negli Usa.

Parisella ha anche presentato il lavoro sviluppato per la digitalizzazione dei documenti esposti nelle bacheche del Museo, realizzato con il supporto tecnico del Consiglio Nazionale delle Ricerca. È stata creata fra l’altro una banca dati delle 1.132 biografie di coloro che transitarono in quel periodo nel carcere nazista di via Tasso. Il frutto di questa ricerca, condotta da Glielmi e Giovanna Montani, sotto la direzione scientifica dello stesso Parisella, è disponibile presso la sezione multimediale del Museo.

Il presidente ha infine rivolto un appello alle famiglie degli ex partigiani e a chiunque possegga documentazione o oggetti relativi al periodo e ai romani e alle istituzioni per il sostegno alla struttura, che ha un bisogno disperato di fondi per le proprie attività. Il conto corrente è il n. 51520005, intestato a Museo storico della Liberazione, via Tasso 145, 00185 Roma. «Anche un piccolo versamento – ha spiegato Parisella – può aiutare a far sopravvivere la Memoria della Resistenza di Roma in questa triste epoca di tagli».

(Il Messaggero, 20 ottobre 2012)

>ecco il link: articolo Messaggero                    

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