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Intervista a Carlo Rienzi, presidente Codacons

di Mario Avagliano

“Il carovita è un dramma per gli italiani. Ci sono milioni di famiglie che non arrivano a fine mese con gli stipendi”. L’atto di accusa è di Carlo Rienzi, salernitano, classe 1946, presidente del Codacons, una delle associazioni più combattive dei consumatori. Quando nel maggio scorso l’avvocato Rienzi si presentò in mutande alla conferenza stampa della Lista dei consumatori per protestare contro l’aumento vertiginoso dei prezzi, in molti pensarono a una boutade. A distanza di quattro mesi, il presidente del Codacons non rinnega quel gesto. “E perché mai! – afferma - Non è cambiato nulla da allora. Il patto Governo-commercianti sui prezzi è un falso. I consumatori non risparmieranno niente”. Rienzi non è nuovo a proteste clamorose. Come quando fumò il sigaro nei locali del Ministero della Sanità, ottenendo che finalmente si controllasse il divieto di fumo negli uffici pubblici. O come quando fu processato (e assolto) perché con una telecamera nascosta aveva ripreso i vigili urbani di Roma che non facevano il proprio dovere. Intervistato da la Città, il presidente del Codacons ci anticipa in esclusiva che la Lista dei Consumatori si presenterà alle elezioni regionali e sceglierà le alleanze in base ai programmi, anche se non nasconde una maggiore sintonia con il centrosinistra. E su Salerno dice: “E’ una città che ha fatto grandi passi in avanti, pure nella tutela dei diritti dei consumatori”.

Salerno è ancora nel suo cuore?
Le mie radici sono a Salerno. I miei genitori erano salernitani, io ho sposato una salernitana (Maria Rosaria Bove, n.d.r.), la maggior parte dei miei parenti e dei miei migliori amici vive a Salerno. Devo continuare?
No, magari meglio sfogliare insieme l’album dei ricordi.
Nei miei anni verdi, Salerno era via dei Mercanti, i vicoli sporchi e cadenti, da evitare, perché vi albergavano la delinquenza e la prostituzione. Salerno era la tragica mancanza di infrastrutture di trasporto efficienti, l’assenza di luoghi nei quali divertirsi. Ma era anche Piazza San Francesco, i circoli il Ridotto e la Scacchiera, dove si organizzavano le feste e si giocava a ping pong, le lunghe passeggiate al lungomare per rimorchiare ragazze...
Aveva successo?
Macché! Allora era difficile per tutti.
Anche lei è un ex alunno del Liceo classico Tasso.
Ho ancora vivo il ricordo del Liceo Tasso e del suo straordinario corpo docente: il professor Coppola di latino e greco, il professor Lazzaro di italiano, la professoressa Amendola di matematica. Mi dilettavo a scrivere sul giornale scolastico. Rammento una poesia che s’intitolava “Amo la pioggia”. Mi sono diplomato con la media del 9, e in quel periodo vinsi anche un concorso nazionale di cultura religiosa (il concorso Veritas).
Dopo il diploma, lei si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza a Roma e fa in tempo a partecipare al Sessantotto.
Erano gli anni della contestazione, anni di conflitti e di scontri duri, ma anche di battaglie giuste per riformare la scuola e un Paese ammuffito. Io frequentavo il collettivo politico giuridico.
Nei primi anni Settanta lei partecipa alle battaglie in difesa degli sfrattati, dei senza casa, dei precari della scuola. Da che cosa nasce la sua passione civile?
In parte nasce da un fatto caratteriale: sono del segno zodiacale della Bilancia, e non posso sopportare le ingiustizie. E poi ha contato molto l’educazione familiare. Mio padre Vincenzo è una persona che ha sempre lottato per i più deboli e fondò il primo sindacato autonomo della scuola, lo Snals, che attualmente è il più grande organismo di rappresentanza degli insegnanti. Io stesso, come avvocato, ho difeso migliaia di precari, ottenendo la famosa sentenza n. 249 che sancì l’immissione in ruolo di oltre 5000 precari.
In quel periodo lei collaborò anche con Magistratura democratica e Psichiatria democratica.
E’ stata una bella stagione di lotte. Abbiamo ottenuto risultati importanti. Quello di cui vado più fiero, è il grande processo al manicomio giudiziario di Aversa. Riuscii a passare a un internato una telecamera e delle bobine vergini, per riprendere le terribili violenze che venivano praticate all’interno dell’istituto. Io ero l’avvocato di dieci internati e grazie a quelle immagini, che ebbero grande risalto su tutti i mass media, ottenemmo un risarcimento di 10 milioni per ciascuno di loro, che all’epoca erano una cifra notevole. Purtroppo il direttore del manicomio si suicidò. Ricordo che il giorno della sentenza, i telegiornali aprirono con due notizie, quella di Aversa e quella del sequestro di Moro.
Nel suo curriculum vanta anche numerose battaglie in difesa dell’ambiente.
Ho collaborato con il WWF, Lega Ambiente e Italia Nostra: dalla chiusura delle fabbriche pericolose (come la Farmoplant di Massa) al blocco dell’autostrada della Valle D’Aosta, priva di valutazione di impatto ambientale; dal fermo della cementificazione di Ponte Galeria alla copertura dello stadio Olimpico; dalla restituzione all’uso archeologico dell’area di Caracalla alle mobilitazioni di Montalto di Castro che bloccarono il nucleare. In materia ambientale, ho ottenuto anche la sentenza del Tribunale Penale che dispose il sequestro di Radio Maria, che emetteva onde elettromagnetiche superiori alla norma.
Trent’anni di iniziative spesso clamorose a tutela dei consumatori. Un aneddoto curioso da raccontare?
Potrei raccontare di quando, agli inizi della mia carriera, annotavo le targhe dei Tir che viaggiavano la domenica, in barba ai provvedimenti ministeriali di divieto. Dopo alcune denunce alla polizia stradale, ottenni che il divieto fosse rispettato. Mi piace ricordare la battaglia vinta per ottenere un provvedimento del Giudice Amministrativo che anticipò l’obbligo di indossare le cinture di sicurezza in tutto il Paese. E poi, è per me motivo di orgoglio anche la sentenza del TAR Lazio del 1998, che ha disposto, in relazione alla questione igienica dell’apertura delle lattine “stay on tab”, l’aggiunta dei tappi a protezione delle stesse.
Ha mai rischiato procedimenti giudiziari a suo carico?
Diverse volte. Scherzando, mi definisco un “delinquente abituale”. E infatti fui processato, e assolto, per aver calunniato i medici di “Regina Coeli” che picchiavano i detenuti. Fui processato, e assolto, per aver costretto una farmacia, con un blitz, ad interrompere lo sciopero dei ticket. Fui processato, e assolto, per aver definito la 15^ ripartizione del Comune di Roma, che si vendeva le licenze al metro cubo, una “bottega male odorante”. Sono stato sottoposto a otto procedimenti disciplinari per aver utilizzato la mia funzione di avvocato difendendo i cittadini, ma sono stato sempre assolto.
E’ cambiato qualcosa nella burocrazia italiana, oppure siamo ancora nella situazione degli anni Settanta?
Negli anni Novanta sono state varate nuove normative che hanno agevolato molto i cittadini. Mi riferisco in particolare alle leggi Bassanini sull’autocertificazione, che hanno limitato al minimo indispensabile il rapporto tra cittadini e sportelli pubblici.
E la mala amministrazione, è sempre un cancro per l’Italia?
La tendenza a sprecare il danaro pubblico esiste ancora. Però, grazie alla legge sulla trasparenza (la 241 del 1990), che credo di aver contribuito a far approvare, ora la pubblica amministrazione è più efficiente. La possibilità di accedere agli atti da parte di tutti i cittadini, costituisce un formidabile deterrente nei confronti del vecchio costume di accumulare le pratiche sulla scrivania. Anche le privatizzazioni hanno favorito il cambio di marcia. Basti pensare a quanto è accaduto nel settore delle Poste.
Oggi qual è il problema numero uno per i consumatori?
Arrivare a fine mese. Il caro prezzi e la diminuzione del potere di acquisto delle retribuzioni hanno messo a rischio di povertà le famiglie a reddito medio-basso.
L’accordo tra Governo e commercianti non pone un argine alla corsa dei prezzi?
Assolutamente no. Eurispes ha calcolato che in media il risparmio è di appena 10 vecchie lire. La verità è che la politica del Governo di lasciar fissare i prezzi al mercato, si è rivelata un grande fallimento. Per dare ossigeno ai consumi, l’economia italiana avrebbe bisogno di una ricetta drastica: tagliare i prezzi del 10-20%. E questo vale anche per le tariffe, per la telefonia, per le polizze RCA.
Non basta liberalizzare il mercato per creare concorrenza?
I fatti dimostrano che non è così. Anche dopo le liberalizzazioni, continuano i cartelli. Prenda il caso degli sms: come mai costano tutti 0,15 centesimi, quando invece il costo industriale è 0,01 centesimi? C’è lo spazio per una reale concorrenza, ma evidentemente ai gestori conviene mettersi d’accordo.
Alle europee del giugno scorso, per difendere i consumatori, ha dato vita addirittura a una lista. Non era la sua prima volta in politica, vero?
In effetti mi ero già candidato per i Verdi, alle elezioni politiche del 1987. Fu un’esperienza terrificante, capii da vicino cos’era la politica. Pensi che un leader importante dei Verdi, originario come me del Sud, non volle la mia candidatura a Salerno. Portai un bel po’ di voti nuovi al Sole che Ride, ma il giorno dopo non ebbi neppure una telefonata di ringraziamento.
E l’esperienza delle Europee 2004, com’è andata?
E’ stata bellissima, entusiasmante. I nostri banchetti elettorali nei mercati, nelle piazze, per le strade, erano assaliti dai cittadini. Abbiamo raccolto ben 161 mila voti, pur presentandoci solo in 3 circoscrizioni su 5. Abbiamo peccato di inesperienza. Se ci fossimo presentati ovunque, avremmo eletto almeno un eurodeputato.
La Lista dei Consumatori ha chiuso bottega o continuerà ad esistere?
Le do una notizia in esclusiva: abbiamo deciso di continuare. Stiamo valutando come presentarci alle elezioni regionali, da soli, senza apparentarci con nessuno, oppure alleati - sulla base dei programmi - con il centrosinistra o con il centrodestra. Il nostro primo punto programmatico è l’istituzione di assessorati regionali per i consumatori. Il 6 ottobre ci sarà una riunione a Roma per decidere cosa fare.
Vediamo di capire chi sceglierete. Chi butterebbe lei giù dalla torre, Prodi o Berlusconi?
Butterei giù Berlusconi, non c’è dubbio. Certo, anche il centrosinistra ha varato leggi sbagliate, come la legge sui mutui usurari, ma almeno con loro si poteva discutere. Faccio un esempio concreto: dialogando con l’onorevole Vita, siamo riusciti ad ottenere una buona legge sull’elettrosmog. Al contrario, quando siamo stati ricevuti dal Ministro Gasparri, ci ha detto letteralmente: “Sono il rappresentante eletto dal popolo e di voi non me ne frego assolutamente nulla”.
Meglio la squadra economica del centrosinistra Bersani-Letta-Visco, o quella del centrodestra Siniscalco-Marzano-Tremonti?
Non c’è confronto, è nettamente superiore la squadra del centrosinistra. Mi riferisco in particolare a Bersani e a Letta. Marzano, invece, è quanto di peggio si possa augurare chi ha a cuore la tutela dei consumatori.
E a Salerno e in provincia, le amministrazioni sono sensibili alle ragioni dei consumatori?
C’è un buon ascolto da parte delle amministrazioni salernitane, di tutti i colori politici. L’attenzione è alta, e lo dimostra il fatto che il Codacons in provincia di Salerno e in Campania ha il numero più elevato di sedi che in ogni altra regione d’Italia.
Salerno nell’ultimo decennio è cambiata molto. Qual è il suo giudizio spassionato?
Quando torno, a volte stento a riconoscerla, tanto è cambiata. E’ più bella, più pulita, più accogliente. Ritengo che il sindaco De Luca sia stato davvero bravo nello spendere i soldi pubblici. Forse qualche spreco c’è stato, ma nel complesso il mio giudizio è assai positivo. Il sindaco attuale, De Biase, lo conosco meno; è più un’ombra del precedente.
Il suo legame con Salerno è rimasto immutato?
Eccome! Pensi che i miei amici più cari sono tuttora quelli della scuola media e del Tasso. Abbiamo costituito il clan degli amici di serie A. Vi fanno parte Luigi Spina, docente di letteratura greca all’Università di Napoli e residente a Bologna; Franco Silvestri, primario di cardiologia all’Ospedale di Salerno; Raffaele Mele, dirigente delle Fs a Roma; Paolo De Maio, dirigente Aeritalia che vive a Salerno; e Enrico Marchetti, responsabile del Codacons in Campania. Purtroppo, uno degli amici del gruppo è prematuramente scomparso: Carlo Lepore, che era magistrato a Potenza. Comunque sì, lo ammetto, Salerno è ancora importante per me...

(La Città di Salerno, 26 settembre 2004)

Scheda biografica

Carlo Rienzi è nato a Salerno l’8 ottobre del 1946. Vive a Roma e ha due figli (Giamila di 30 anni e Vincenzo di 18 anni). Si è laureato all’Università La Sapienza di Roma nel 1969, con il massimo dei voti e una tesi in storia del diritto romano avente ad oggetto “La democrazia nella Repubblica Romana”. E’ stato per diversi anni docente di storia del diritto romano, come volontario, come contrattista e da ultimo come ricercatore, e poi anche docente di diritto scolastico, italiano e straniero, presso l’Università La Sapienza di Roma. Il suo impegno per i consumatori è iniziato negli anni ‘70, quando è stato in prima fila nelle battaglie in difesa della casa, in favore degli sfrattati e a sostegno delle autoriduzioni delle bollette Sip ed Enel. In questo periodo collaborava anche alle attività e alle riviste edite da Magistratura Democratica. Vinta la cattedra di Materie Giuridiche ed economiche nelle scuole superiori, Rienzi ha insegnato per un anno all’ITIS Bernini di Roma. Successivamente ha lasciato il mondo della scuola, per dedicarsi all’attività di avvocato. Presidente del Codacons, è stato protagonista di numerose iniziative in difesa dei consumatori. Ha avuto anche due esperienze politiche: è stato candidato nella lista dei Verdi alla Camera dei Deputati, alle elezioni politiche del 1987, e nella Lista dei Consumatori, alle elezioni europee del 2004. Ha pubblicato circa venti saggi di storia del diritto romano e del diritto scolastico e decine di interventi in tema di diritti civili a difesa di diritti di cittadini su riviste e testi italiani e stranieri.

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