Uno 007 per depistare Hitler

di Mario Avagliano

   La seconda guerra mondiale non fu combattuta solo dagli eserciti, con le armi convenzionali e quelle di distruzione di massa, ma anche dagli apparati di intelligence, attraverso giochi artificiosi di depistaggio e l’attività di agenti segreti modello 007 o di spie infiltrate dietro le linee nemiche.

Di recente il film The Imitation Game ha fatto conoscere al grande pubblico la brillante operazione condotta sotto copertura dal team del matematico Alan Turing per decrittare il codice Enigma, ideato dai nazisti per comunicare le loro operazioni militari in forma segreta. Meno nota è la battaglia di spionaggio ingaggiata nel 1944 dagli Alleati e dai tedeschi attorno al luogo dello sbarco angloamericano sul suolo europeo, che poi avrebbe deciso le sorti del conflitto nel Vecchio Continente.
È il tema di Overlord (Mondadori, pp. 368), il nuovo avvincente romanzo di Carlo Nordio, magistrato prestato alla narrativa, che dopo la storia di una spia nazista in Operazione Grifone, in questo nuovo libro, attraverso un misurato dosaggio di realtà documentata e di fiction, racconta i retroscena dello sbarco in Normandia, iniziato il 6 giugno 1944, il D-Day, appena quarantotto ore dopo la liberazione di Roma.
Il romanzo parte all’una di notte del 28 aprile, quando al chiaro di luna dieci navi da trasporto della Marina Usa, cariche di uomini e appesantite da decine di carri armati e di altri mezzi, attraversano il canale della Manica per simulare uno sbarco sulle coste del Devonshire, nell’Inghilterra sudoccidentale, su una serie di spiagge simili per conformazione a quelle della Normandia, da cui dovrebbe partire l'Operazione Overlord, il piano per stabilire una testa di ponte sulla terraferma allo scopo di liberare la Francia.
Un messaggio radio della flottiglia alleata viene intercettato dai tedeschi. All’istante alcune torpediniere germaniche partono verso le navi alleate e ne affondano due. Il bilancio è durissimo, seicento morti e altri dispersi, tra cui dieci ufficiali "Bigot", tra i pochi depositari del luogo segreto dello sbarco.
Alla notizia il premier inglese Winston Churchill trema. Sa bene che il rischio è enorme. L’effetto sorpresa è fondamentale. Se i tedeschi scoprissero dove le truppe angloamericani hanno intenzione di sbarcare, gli basterebbe trasferire un paio di divisioni corazzate lungo la costa della Normandia per far fallire l’operazione. Proprio per questo gli alleati hanno già messo in atto dei diversivi, facendo circolare piani falsi per lo sbarco in Norvegia o a Calais e costituendo armate fantasma nel Sudest dell’Inghilterra.
Grande è il sollievo di Churchill e di Eisenhower, comandante supremo delle forze alleate in Europa, quando scoprono che nessuno dei dieci Bigot è caduto in mano ai nazisti. È vero, un ufficiale americano ha parlato ed è trapelato il nome di uno di loro, il colonnello Clarence Collins, ora ricercato dai tedeschi. Per fortuna però Collins si è salvato e si trova al sicuro in un ospedale inglese.
Ciò nonostante Hitler ha ordinato di trasferire parte delle truppe della Wehrmacht da Calais verso la Normandia e la Bretagna. Come depistare i tedeschi? Tocca a Sir Stewart Menzies, rampollo di una ricca famiglia, amica del re Edoardo VII, nonché capo dei Servizi Segreti inglesi, e a Colin Gubbins del SOE, l'organizzazione britannica creata per operazioni di sabotaggio sul suolo europeo, elaborare un piano audace, approvato da Churchill e Eisenhower. Inviare una spia inglese in Francia, che assuma l’identità di Collins e si faccia catturare dalla Gestapo, portando fuori pista i nazisti circa il luogo dello sbarco.
Viene scelto il maggiore Jim Wallace, il migliore agente del SOE, 32 anni, istruttore di lotta, esperto di tiro, traduttore di francese, consulente della polizia federale, laureato in letteratura moderna. Ci riuscirà? L’esito è scontato, ma non la trama del romanzo di Nordio, che è ricca di colpi di scena e di suspense, con l’intervento di spie tedesche e di partigiani francesi, tra cui l’affascinante Marie, e si sviluppa con l’andamento e le tonalità di un giallo, ma sul filo di una vicenda storica tra le più appassionanti dell’era moderna.

 
(Il Messaggero, 25 aprile 2016)

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