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Non siamo noi che andremo all’inferno

di Mario Avagliano

Ci sono innocenti e colpevoli, ladri e puttane, rom in rivolta e bambini dell’asilo, assassini e padri di famiglia. Si parla di un criminale di nome George W. Bush, delle ragazze dell’Olgettina, di Auschwitz, di un lungo sogno di Hugo Chavez e dell’inverno russo del 1942, mentre in più di una pagina compare perfino Gesù Cristo. Sono poesie della pratica e della concretezza, sociali, politiche e anticonvenzionali, che Francesco Romanetti pubblica nella raccolta Non siamo noi che andremo all’inferno (Intra Moenia, pagg. 160, euro 10), con la prefazione di Roberto De Simone.
Il libro si presenta oggi 11 dicembre 2013 alle ore 17.30 alla Feltrinelli Libri e Musica di via Santa Caterina a Chiaia. Con l’autore intervengono: il presidente della Fondazione Sudd Antonio Bassolino, il presidente del Premio Napoli Gabriele Frasca, lo scrittore Peppe Lanzetta.
Il mondo narrato o evocato da Romanetti, è un mondo dove “mutazione antropologica” e “genocidio culturale”, di cui parlava Pasolini, sono ormai da tempo giunti a compimento. Di fronte alla mostruosità sociale così generata, le “ballate” di Francesco Romanetti intendono recuperare il diritto ad una parola forte, esplicita nella sua nuda semplicità, che per non lasciare equivoci ricorre anche alla reiterazione e all’allitterazione. Questa “poesia della concretezza” racconta anche il passato, ma rifiutando ogni forma di nostalgia: perché non rinuncia a schierarsi nel presente e a giudicarlo. Pur nella consapevolezza - come scrive Roberto De Simone nella sua prefazione - di dover utilizzare “un quasi realismo parlato ma in realtà virtualizzato dall’ampiezza piatta di una cultura di massa da Eurostar e non più di un popolo nazional-popolare”.

Francesco Romanetti è nato a Roma. Vive a Napoli da molti anni, dove fa il giornalista al “Mattino”. Si è occupato a lungo di questioni internazionali, scrivendo reportage da Medio Oriente, America Latina, Africa del Nord, Balcani, Europa, Cina e Stati Uniti. Ha insegnato Storia del Giornalismo all’università Federico II di Napoli. Attualmente lavora nella redazione Cultura.

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